All’interno del tessuto urbano dei nostri centri storici, siano essi di città o di provincia, sono celati spazi dimenticati che sembrano soltanto attendere qualcuno che sia in grado di vederne le potenzialità espressive e di metterle in luce. A ciò mira questo progetto, il recupero di un piccolo spazio interstiziale e di un “basso” adibito a magazzino ad esso collegato per il loro riuso e per la restituzione visiva di uno spazio di pregio al contesto urbano.
Lo spazio interstiziale, una corte interna incastonata tra due fabbricati di inizio ‘900, presenta due quinte sceniche offerte dalle alte pareti di questi, la cui pietra arenaria è stata resa viva attraverso un processo di pulitura mirato a mettere in luce la bella tessitura muraria e le cicatrici del tempo. Sul fondo di questo spazio, fortemente connotato per la forma alta ed allungata, è stata realizzata una parete, trattata in modo identico alla pavimentazione, che fa da fondale alla scena ed al contempo divide lo spazio fruibile da quello privato. La pietra lavica, materiale tradizionalmente utilizzato nella zona, in questo caso rivisitato nella forma e nel trattamento superficiale si pone come elemento di raccordo tra l’esistente ed i nuovo. Alla lava dei nuovi rivestimenti ed all’arenaria dell’esistente sono astati accostati per contrasto cromatico i ciottoli di fiume: il gioco dialettico che si crea tra questi materiali da vita ad una sorta di giardino di pietra. L’illuminazione puntiforme e calda, data da 12 LED incassati nella pavimentazione completa la trasformazione dello spazio interstiziale in una crepa di luce.
L’interno, lungo quanto la corte esterna ma largo circa il doppio, si sviluppa perpendicolarmente a questa e come questa si presenta come uno spazio alto, in questo caso coperto da una volta a botte, ed allungato. Anche qui, analogamente a quanto accaduto per l’esterno, è stata realizzato un fondale scenico di fondo con il duplice scopo di definire lo spazio, arricchendolo con un pezzo d’arte integrato nell’architettura, e di separare nettamente la zona fruibile da quelle privata.
La ricca paletta dei materiali impiegati, in concomitanza con l’illuminazione diffusa data dalle tre eleganti sospensioni in alluminio, fanno si che, rispetto alla corte, lo spazio interno si mostri con contrasti meno accentuati e con una gamma cromatica decisamente virata sui toni caldi.
L’accostamento tra “il vecchio ed il nuovo” in una logica di dialogo in cui il secondo rispetta il primo senza farsene sopraffare, da vita ad un progetto vivo in cui la luce ed i materiali concorrono sinergicamente alla realizzazione di spazi espressivi e vibranti.